L’incentivo dedicato alla parità di genere è stato introdotto dalla legge n. 162 del 5 novembre 2021 ed è stato successivamente strutturato dalla legge n. 234 del 30 dicembre 2021. La normativa specifica è contenuta nel decreto ministeriale del 29 aprile 2022.
Certificazione parità di genere: A chi si rivolge l’incentivo?
Questo incentivo, che si presenta sotto forma di riduzione dei contributi, è indirizzato a tutti i datori di lavoro nel settore privato, incluse le figure professionali non imprenditoriali, purché in possesso di una certificazione di parità di genere.
Certificazione parità di genere: Quali sono le modalità di calcolo dell’incentivo?
L’importo dell’incentivo è calcolato sul totale dei contributi dovuti dal datore di lavoro ed è fissato all’1%, senza superare i 50.000 euro all’anno. Il beneficio è usufruibile su base mensile e si estende per la durata della validità della certificazione di parità di genere, per un periodo massimo di 36 mesi. I datori di lavoro che ottengono la certificazione di parità di genere entro il 31 dicembre 2023 possono richiedere l’esenzione dall’1% dei contributi previdenziali, fino a un massimo di 50.000 euro annui. Questo incentivo ha una durata di tre anni (36 mesi) e non è necessario presentare nuovamente la domanda durante il periodo di agevolazione.
Certificazione parità di genere: Cosa accade con le domande presentate nel 2022?
Le agevolazioni sono partite nel 2023 per i datori di lavoro che detenevano la certificazione valida entro il 31 dicembre 2022. Coloro che hanno fatto domanda nel 2022 ma non hanno ottenuto l’approvazione a causa di una certificazione ottenuta nel 2023 possono ripetere la domanda per l’anno corrente.
I datori di lavoro che occupano più di 50 dipendenti sono obbligati a presentare ogni due anni un report sulla composizione di genere del personale. Per accedere allo sgravio contributivo dell’1% per tre anni, è essenziale che la relazione venga redatta correttamente. La veridicità e l’integrità del documento sono verificate dall’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), che ha il potere di applicare sanzioni in caso di non conformità e può sospendere i benefici contributivi in caso di inosservanza prolungata oltre i 12 mesi. Dunque, per i datori di lavoro che detengono l’esenzione e occupano oltre 50 dipendenti, l’accesso all’incentivo è vincolato all’assenza di misure sospensive da parte dell’INL.
Certificazione parità di genere: Come presentare la domanda?
Per richiedere l’incentivo, sono necessari i seguenti documenti:
- Dati identificativi del datore di lavoro
- Retribuzione media mensile totale stimata per il periodo di validità della certificazione di parità di genere
- Stima dell’aliquota media a carico del datore di lavoro per il periodo di validità della certificazione
- Media della forza lavoro stimata nello stesso periodo
- Periodo di validità della certificazione di parità, con indicazione della data di rilascio
- Dichiarazione sostitutiva ai sensi del DPR n. 445 del 28 dicembre 2000, attestante il possesso della certificazione di parità, il codice identificativo alfanumerico del certificato e il nome dell’ente di certificazione accreditato in conformità alla prassi UNI/PdR 125:2022.
Certificazione parità di genere: Enti certificatori per la parità di genere
Secondo il decreto del 29 aprile 2022, la certificazione sulla parità di genere è rilasciata secondo la prassi UNI/PdR 125:2022, da organismi di valutazione accreditati in conformità al Regolamento CE 765/2008. Unicamente le certificazioni emesse da tali enti, ovvero accreditati secondo il Regolamento CE 765/2008 e contrassegnate dai marchi UNI e dell’ente di accreditamento, sono valide per il riconoscimento del beneficio contributivo ai datori di lavoro privati.